Aborto spontaneo

“Non ho mai potuto tenerti in braccio o farti rimbalzare sulle mie ginocchia. Non ho mai potuto leggerti o guardarti mentre dormivi. Sei scivolato via così velocemente prima che dicessi il tuo nome. E voglio che il mondo sappia che ti ho amato lo stesso”.

A. Peterson

Il vuoto dell’anima di Jean Louis Corby, Ginevra

L’aborto spontaneo è la morte dell’embrione entro la ventesima settimana di gravidanza. Può essere preceduto da minacce d’aborto con sanguinamento, oppure no. Si parla di “aborto interno” quando non appaiono segnali esterni di perdita anche se all’interno dell’utero il feto ha interrotto la sua crescita.
Gli aborti possono avvenire nelle prime settimane della gravidanza, in concomitanza con l’attecchimento del feto, oppure più avanti. La perdita del feto può avvenire con espulsione spontanea, oppure può essere necessario un intervento farmacologico o chirurgico per permettere l’espulsione di tutto il materiale contenuto nell’utero.

Circa il 20-30% delle gravidanze accertate presenta minacce di aborto nelle prime venti settimane, ma solo la metà di queste va incontro ad un aborto spontaneo. Quindi questo fenomeno riguarda fino il 20% delle gravidanze conclamate.
Nei casi di aborto spontaneo (precoce o tardivo), la coppia si trova ad affrontare una “PERDITA”: FISICA, EMOTIVA, PSICOLOGICA.
La coppia ed in particolare la donna, perde una parte di sé: le cellule, i tessuti, il patrimonio genetico che aveva iniziato ad intessere una vita, arresta il suo percorso e quindi una parte del materiale biologico proveniente dal padre e della madre viene perso da entrambi. Per la donna questa perdita è ancora maggiore, in quanto il suo corpo che ha accolto la vita del nascituro, appare fuso con quello del feto e nel caso dell’aborto spontaneo si vengono a perdere cellule materne che si erano modificate per creare un nido al bambino.
Con l’aborto spontaneo si viene a creare una perdita di sogni, aspettative, idealizzazioni. Sin da quando un figlio viene pensato, ancor prima del suo concepimento, la futura madre ed il futuro padre immaginano e creano fantasie su di lui. Anche quando la gravidanza è inaspettata, a livello inconscio, i futuri genitori proiettano sogni e fantasie, paure e vissuti profondi. Con l’aborto spontaneo si viene a creare una “cessazione improvvisa” di questo investimento psicologico, conscio ed inconscio.
Si apre quindi la necessità per i genitori di dare spazio e voce a questi vissuti. Essi vivono infatti un vero e proprio lutto: del figlio reale, di quello immaginato, del progetto e del sogno. Inoltre questo lutto è “complicato” dal fatto che esso generalmente non è socialmente riconosciuto. Spesso l’aborto spontaneo viene risotto ad un aspetto puramente medico, tralasciando il bagaglio di significati e di vissuti che questo evento ha per le persone che si trovano a viverlo.
La nostra équipe si occupa di accompagnare le coppie o le singole persone ad affrontare questo specifico lutto, con l’obiettivo di elaborarlo in modo opportuno. Le persone vengono accompagnate a dare pieno riconoscimento a questo lutto e a prendersene cura, dando spazio alla sofferenza provata affinchè da questa esperienza di perdita e di dolore possa esserci una evoluzione di senso e di rinascita.